“La crisi delle nascite nella Regione Lazio sta assumendo contorni drammatici. Tra il 2008 e il 2016, si è registrato un calo delle nascite del 15 per cento, passando da 56775 a 48231. Conseguenza diretta anche la diminuzione del numero di figli per donna che passa da 1,48 nel 2008 a 1,31 nel 2016. Uno dei fattori di crisi è dovuto al notevole calo del tasso di occupazione giovanile che vede costretti, sempre più giovani, a rimanere a casa con i genitori. In questo contesto tutto viene spostato in avanti a cominciare dal matrimonio. A questo aggiungiamo anche che il 7,3 per cento della popolazione si trova in grave deprivazione materiale e una persona su quattro è esposta a rischio povertà o esclusione sociale. Gli ultimi dati disponibili ci forniscono per la Regione Lazio un quadro preoccupante. Secondo lo studio presentato oggi il 24,7 per cento sono a rischio di esclusione sociale; il 18,5 per cento a rischio di povertà; il 7,3 per cento a rischio di una grave deprivazione materiale e il 9,1 per cento rischiano una bassa intensità lavorativa. Le soluzioni, per la CISL, passano attraverso il welfare aziendale, la contrattazione di secondo livello in sinergia con le politiche sociali della Regione Lazio e la contrattazione sociale territoriale che si andrebbe ad integrare con il sistema di servizi sociali regionali erogato attraverso gli enti locali”. Lo afferma in una nota Andrea Cuccello, Segretario Generale della CISL del Lazio.