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Lazio. Coppotelli (Cisl): ”Si chiude un anno inedito per il lavoro e per il sistema produttivo della regione”

Sta per chiudersi un anno davvero “inedito” che ha messo seriamente alla prova il sistema produttivo ed economico del Lazio, erodendo il mondo del lavoro.

Anche la nostra regione è stata investita da questa fase ancora una volta completamente insolita: la pandemia non ancora conclusa, l’emergenza climatica, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi economico-sociale.

Per questo il nuovo anno, il 2023, impone la capacità di programmare ma anche la volontà di reagire per provare ad invertire il trend.

Le diseguaglianze, ad ogni livello sono aumentate in maniera esponenziale. Il caro energia e l’aumento delle materie prime hanno rappresentato un vortice letale per le famiglie, per le aziende e l’intero sistema produttivo.

I dati Istat dicono che il Lazio cresce meno rispetto ad altri territori. Lo studio della Cgia di Mestre prevede 12.665 disoccupati in più nel Lazio per il 2023: 5.299 a Roma, 3.160 a Latina, 2.805 a Frosinone, 1.084 a Viterbo, 317 a Rieti. Le elaborazioni di Bankitalia certificano che nella nostra regione uno dei traini è l’edilizia, grazie ai diversi bonus previsti. Ma bisognerà investire in tutti i territori: da Roma a Viterbo, da Frosinone a Latina, fino a Rieti. La Cisl del Lazio non nasconde le preoccupazioni. 

Ci sono settori prioritari e fondamentali. A cominciare dalla scuola. Anche quest’anno all’appello mancavano 3.000 professori e 1.200 unità di personale Ata. Occorre dare prospettive di stabilizzazione occupazionale ai precari del mondo della scuola.

Ma anche la Sanità nel Lazio. Come Cisl siamo orgogliosi che le nostre Federazioni di Categoria abbiano ottenuto con capacità e caparbietà la proroga di un anno per 4.800 precari della sanità. Un passo decisivo in attesa dei bandi assunzionali.

Altresì non dobbiamo sottovalutare il fenomeno della desertificazione bancaria: negli ultimi anni nel Lazio sono stati chiusi 800 sportelli bancari (su 3.062 in Italia) e in 90 Comuni della nostra regione non ci sono né filiali bancarie né bancomat. 

L’aumento esponenziale dei costi energetici  preoccupa per le ricadute nei settori manifatturieri ad alto impatto energivoro. Pensiamo alla ceramica, alla riconversione in chiave Green, pensiamo alle cartiere. L’intero sistema produttivo è “sotto attacco”. Non è accettabile che le aziende preferiscano chiudere o ricorrere alla cassa integrazione perché i costi di produzione sono troppo alti.

La sicurezza sul lavoro resta un tema centrale. Nel 2022 le denunce di infortuni sul lavoro nel Lazio sono state 46.070 (nel 2021 erano state 29.550). E ci sono state 14 vittime.

Dobbiamo porci altresì il tema della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Fondamentale per abbattere i tempi della burocrazia e per attrarre investimenti. Un altro caso Catalent non può e non deve ripetersi.

Il 2023 per la Cisl del Lazio sarà l’anno della resilienza e della reazione. Il combinato disposto delle diseguaglianze e dell’aumento delle povertà, le difficoltà dei pensionati e dei disoccupati, mina alla radice l’intero sistema economico e di relazioni. Il Pnrr può e deve rappresentare un volano di rinascita. Ma occorrono scelte rapide, nette e condivise con la persona al centro.